L’esofagite eosinofila (EoE) è una patologia immuno-mediata cronica a carattere infiammatorio; essa può colpire l’intero tratto esofageo, presentando sintomi quali disfagia, bruciore retrosternale e dolore toracico (REF). Seppur rara, la patologia viene riscontrata sempre più frequentemente: dati del 2018 indicavano una prevalenza di 0,5-1 casi per 1000 persone, con un’incidenza annua in crescita, fino ai 90 nuovi casi per 100.000 abitanti di alcune zone degli Stati Uniti (Dellon e Hirano, 2018).
Incidenza:
Seppur rara, la patologia viene riscontrata sempre più frequentemente: dati del 2018 indicavano una prevalenza di 0,5-1 casi per 1000 persone, con un’incidenza annua in crescita, fino ai 90 nuovi casi per 100.000 abitanti
La diagnosi di EoE richiede il ricorso a esame endoscopico con biopsia, per valutare la presenza e la quantità di eosinofili nell’esofago. La conta maggiore o uguale a 15 eosinofili/hpf (high power field) costituisce uno strumento per la diagnosi differenziale di EoE, così come la non responsività a trattamento con inibitori di pompa protonica. I singoli parametri possono anche essere indicativi di altre condizioni patologiche, quali malattia da reflusso gastroesofageo o il morbo di Crohn, per cui la diagnosi, normalmente, richiede la presenza di più fattori (Monti et al., 2013).
la diagnosi della EoE, normalmente, richiede la presenza di più sintomi.
Tra le cause principali della patologia, la predisposizione genetica è largamente studiata e confermata da un rischio significativamente più alto in presenza di casi di EoE in famiglia. Tuttavia, l’alto numero di eosinofili riconduce anche ad una natura allergica della patologia; pazienti affetti da EoE, infatti, risultano più frequentemente allergici e soffrono più spesso di asma rispetto a soggetti non colpiti dalla malattia. I fattori genetici e ambientali sono considerati, ad oggi, i principali responsabili dello sviluppo di EoE (O’Shea et al., 2019).
Perchè la Budesonide viscosa è uno dei trattamenti di prima scelta?
L’uso di una sospensione viscosa di Budesonide ha evidenziato i principali vantaggi, grazie alle caratteristiche della formulazione che garantiscono una permanenza adeguata del farmaco sulle pareti dell’esofago (D’Alessandro et al., 2015).
L’eliminazione dei principali allergeni alimentari, o di specifici alimenti dopo test allergici, può portare al miglioramento o alla risoluzione dei sintomi senza bisogno di trattamento; tuttavia, è frequente il ricorso a terapia farmacologica, o la combinazione di dieta e farmaci. Il trattamento con corticosteroidi si è dimostrato il più efficace, con Fluticasone e Budesonide che hanno dimostrato il miglior profilo in termini di sicurezza ed efficacia nel lungo termine. L’uso di una sospensione viscosa di Budesonide, in particolare, ha evidenziato i principali vantaggi, grazie alle caratteristiche della formulazione che garantiscono una permanenza adeguata del farmaco sulle pareti dell’esofago (D’Alessandro et al., 2015).
La sospensione di Budesonide viscosa richiede una ricetta non ripetibile ed è disponibile come preparazione galenica, unico mezzo per assicurare la corretta terapia, ad un adeguato dosaggio, al paziente affetto da EoE.
BIBLIOGRAFIA
D’ALESSANDRO, A., ESPOSITO, D., PESCE, M., CUOMO, R., DE PALMA, G.D. and SARNELLI, G., 2015. Eosinophilic esophagitis: From pathophysiology to
treatment. World of Gastrointestinal Pathophysiology, 6(4), pp. 150-158.
DELLON, E. and HIRANO, I., 2018. Epidemiology and Natural History of Eosinophilic Esophagitis. Gastroenterology, 154, pp. 319-332.
MONTI, G., VERGA, M.C., CHINI, L., D’AURIA, E., DELLO IACONO, I., POLI, P., SIMEONE, G. and TRAINA, G., 2013. Esofagite Eosinofila in età pediatrica. Rivista di Immunologia e Allergologia Pediatrica, 4, pp. 3-16.
O’SHEA, K., ACEVES, S., DELLON, E., GUPTA, S., SPERGEL, J., FURUTA, G. and ROTHENBERG, M., 2018. Pathophysiology of Eosinophilic Esophagitis. Gastroenterology, 154(2), pp. 333-345.
